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Patologie, Terapia dietetica

Strategie nutrizionali in corso di ipertiroidismo felino.


mercoledì 23 settembre 2020


Strategie nutrizionali in corso di ipertiroidismo felino

L'ipertiroidismo è una condizione clinica che deriva da un'eccessiva produzione e secrezione di tiroxina (T4) e triiodotironina (T3) da parte della tiroide e rappresenta il disordine endocrino più comune del gatto, colpendo circa il 10% dei gatti anziani con più di 10 anni di età. La sua eziologia rimane ad oggi ancora sconosciuta ma tra le tante ipotesi che sono state prese in considerazioni rientrano anche alcune cause nutrizionali

In particolar modo alcuni autori hanno messo in evidenza come il consumo di alimenti umidi in lattina possa rientrare tra i fattori di rischio per lo sviluppo di questa patologia. La ragione potrebbe essere legata alla presenza nella latta di un'eccessiva quantità di bisfenolo A. Un'altra causa presa in considerazione è stata l'eccessiva presenza di selenio nell'alimento, infatti, alcuni studi hanno evidenziato come un'elevata concentrazione di questo elemento nella dieta sia correlato ad un aumento della concentrazione sierica di T3. Anche una ridotta quantità di iodio nella dieta è stata annoverata tra le possibili cause di ipertiroidismo poiché essa indurrebbe un aumento della concentrazione sierica di tiroxina libera. Tuttavia, studi più recenti non hanno evidenziato nessun legame tra il quantitativo di iodio assunto e la concentrazione sierica di TT3 e TT4.

La riduzione della concentrazione di iodio nella dieta viene però considerata una delle possibili scelte terapeutiche per animali affetti da ipertiroidismo. A tal proposito, la legislazione europea prevede tra i mangimi destinati a particolari fini nutrizionali anche quelli con una riduzione dei livelli di iodio in caso di ipertiroidismo, che devono contenere al massimo 0,26 mg di iodio ogni kg di mangime (con un tasso di umidità del 12%). Recentemente è stato, inoltre, creato un alimento commerciale dietetico per gatti affetti da ipertiroidismo con queste caratteristiche e che viene consigliato come terapia al posto di quella farmacologica.

Ma la scelta della dieta per un paziente ipertiroideo andrebbe valutata, e personalizzata, in base anche ai sintomi e segni clinici che presenta l'animale, poiché un'eccessiva secrezione di ormoni tiroidei può causare numerose alterazioni metaboliche nell'organismo e svariate disfunzioni a carico di diversi sistemi d'organo, come il sistema nervoso centrale, il cardiaco, il gastrointestinale, l'epatico, il pancreatico e il renale.

Tra i segni più comuni presenti in gatti ipertiroidei si ha la perdita di peso e di massa muscolare, nonostante l'animale presenti un appetito normale o aumentato. L'eccessiva funzionalità della tiroide, infatti, causa un'accelerazione del metabolismo e un aumento del catabolismo proteico portando l'organismo ad un bilancio azotato ed energetico negativo. Di conseguenza il corpo deve consumare il suo tessuto muscolare per riuscire a soddisfare il fabbisogno proteico.

Nelle prime fasi della malattia l'animale può presentare un BCS normale o addirittura leggermente superiore alla norma, ma con il passare del tempo, se l'ipertiroidismo non viene curato, esso andrà incontro a un forte dimagrimento, atrofia muscolare, cachessia e sarcopenia.

Tra le altre alterazioni che possono presentare i gatti ipertiroidei, e che devono essere tenute in considerazione quando si prepara un piano nutrizionale per animali affetti da questa patologia, rientrano anche l'intolleranza al glucosio e l'insulino-resistenza (che in alcuni soggetti possono portare allo sviluppo di una vera e propria forma diabetica) nonché l'iperfosfatemia, l'iperparatirodismo secondario e la malattia renale cronica.

La prima cosa da fare quando si sceglie l'alimentazione per un gatto ipertiroideo è calcolare correttamente il suo fabbisogno energetico tenendo in considerazione l'eventuale necessità di fargli riprender peso. In tal caso la dieta dovrà essere ad elevata densità calorica per evitare che l'animale assuma un'eccessiva quantità di cibo. A questo scopo può essere utile l'utilizzo di un quantitativo di grassi da moderato ad elevato, variabile in base al BCS dell'animale, arrivando in alcuni casi anche a coprire il 40% del fabbisogno giornaliero con l'utilizzo dei lipidi (sia omega 6 che omega 3).

In secondo luogo, va definita la quantità di proteine da inserire nel piano nutrizionale considerando che i gatti ipertiroidei, come spiegato in precedenza, presentano uno stato ipercatabolico con un aumento del metabolismo proteico e la perdita di massa muscolare. Potrebbe, perciò, essere necessario apportare un'elevata quantità di proteine con la dieta per reintegrare la perdita delle proteine del corpo. Tuttavia, essendo l'ipertiroidismo frequentemente associato a insufficienza renale, prima di somministrare un'alimentazione ad elevato contenuto proteico, andrebbe effettuata una valutazione completa dello stato renale del paziente e l'eventuale stadiazione di questa patologia. Se non c'è compromissione renale, la percentuale proteica dovrebbe attestarsi tra il 28 e il 45% su sostanza secca (intorno ai 12 grammi di proteine ogni 100 kcal dell'alimento), mentre andrebbe ridotta in corso di CKD in base allo stadio IRIS in cui si trova l'animale. In ogni caso è fondamentale prediligere proteine ad elevato valore biologico ed elevata digeribilità.

Considerata la probabile intolleranza al glucosio e l'insulino-resistenza, la dieta dovrebbe contenere una ridotta quantità di carboidrati evitando che le calorie derivanti da questi superino il 15% delle calorie assunte ed evitando di superare i 4,5 grammi di carboidrati ogni 100 grammi di energia metabolizzabile dell'alimento.

Anche la fibra andrebbe limitata, per rendere maggiormente digeribile il pasto e per evitare di ridurre la densità calorica della dieta.

Se viene diagnosticata una concomitante patologia renale cronica, o se essa comparisse dopo il trattamento dell'ipertiroidismo, andrebbe limitata la quantità di fosforo assunta dall'animale. La quantità che dovrebbe contenere la dieta dipende dallo stadio IRIS della malattia e dalla concentrazione sierica di fosfati. In stadio IRIS 1 e 2 il fosforo alimentare dovrebbe essere compreso tra i 125 e 250 mg ogni 100 kcal, tuttavia, in alcuni casi può essere necessario scendere al di sotto di questi quantitativi per poter mantenere la concentrazione sierica di fosforo all'interno dei range.

Per gatti ipertiroidei con CKD più avanzata (stadio IRIS 3 o 4) può essere indicata un'ulteriore restrizione di fosforo mantenendo quest'ultimo al di sotto dei 125 mg ogni 100 kcal.

L'altro nutriente da controllare è lo iodio. Esso andrebbe ridotto ai minimi solo se l'animale non è sotto terapia per l'ipertiroidismo e quindi se la dieta venisse usata in sostituzione ad essa.

Infine, considerando lo status di ipercatabolismo dei soggetti ipertiroidei e il conseguente stato di stress ossidativo dovuto all'aumento dei radicali liberi che si formano nell'organismo, è sempre consigliabile somministrare un'adeguata quantità di antiossidanti (come per esempio la vitamina E).

BIBLIOGRAFIA:
- Delaney SJ & Fascetti AJ. Applied Veterinary Clinical Nutrition.  (ed.  Fascetti AJ and Delaney SJ. ). 2012 chapter 17
- MS Hand, CD Thatcher, RL Remillard, P Roudebush & BJ Novotny. Small Animal Clinical  Nutrition 5th edition. ed.   2010, chapter 29
- Mark E. Peterson, Laura Eirmann. Dietary Management of Feline Endocrine Disease. Vet Clin Small Anim 44 (2014) 775–788.
- REGOLAMENTO (UE) N. 1123/2014 DELLA COMMISSIONE del 22 ottobre 2014 recante modifica della direttiva 2008/38/CE della Commissione, che stabilisce un elenco degli usi previsti per gli alimenti per animali destinati a particolari fini nutrizionali.


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